Riconosciute le proprietà terapeutiche della cannabis
Dopo essere quasi diventata una sostanza stupefacente, la cannabis è stata ufficialmente rimossa dall’elenco delle sostanze pericolose. È stata la Commissione delle Nazioni Unite sugli Stupefacenti a riunirsi per votare le misure proposte dall’OMS.
In particolare, la scelta di confermare i suggerimenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha finalmente discostato la cannabis da sostanze come eroina e cocaina, riconoscendone così il valore terapeutico. Cosa succederà ora?
La cannabis non è una sostanza stupefacente
Sicuramente, l’aver rimosso la canapa dalla tabella ONU degli stupefacenti apre nuovi scenari per la ricerca medica. Ci sono voluti 50 anni per raggiungere questo traguardo, ma ora che la cannabis è stata tolta dalla “tabella IV”, la più restrittiva, vengono finalmente riconosciute le tante ricerche e prove scientifiche.
Il voto dell’Europa, a questa novità, è stato completamente favorevole con l’unica eccezione dell’Ungheria. Anche l’Italia ha confermato la sua approvazione a favore della legalizzazione della cannabis terapeutica, i cui benefici abbiamo più volte approfondito sul nostro blog.
Finalmente chi soffre di dolori cronici avrà la possibilità di curarsi e di vivere uno stile di vita decisamente migliore.
Le prime opinioni
Sebbene sia chiaro che per vedere i primi cambiamenti sarà necessario aspettare qualche tempo, non si sono fatti attendere invece i commenti di chi da anni combatte per lo sdoganamento della cannabis terapeutica.
«Un paesaggio politico internazionale rilevantissimo – ha commentato il segretario di Più Europa, Benedetto Della Vedova, su Facebook – L’Italia colga l’indicazione dell’ONU e tolga definitivamente le restrizioni proibizioniste e vessatorie che ancora impediscono a migliaia di malati di utilizzare e coltivare a uso terapeutico la cannabis.»
Il primario del Centro di Terapia del Dolore e Cure Palliative, dott. Marco Bertolotto, intervistato da IVG.it ha dichiarato: «È un riconoscimento politico che aspettavamo da tempo e di cui ora i governi dovranno prendere atto. La segreteria dell’ONU invierà questa indicazione obbligatoria e anche gli Stati che non hanno votato a favore dovranno adattarsi, portarla all’interno delle normative nazionali e applicare la declassificazione della cannabis entro marzo del 2021, anche se ci vorranno anni prima di un’applicazione completa della normativa.»
Cosa succederà ora?
Ora che anche l’ultimo pregiudizio sulla cannabis è stato finalmente accantonato, ci si chiede quale sarà il suo futuro. Come reagiranno i Paesi, in quanto tempo prenderanno i dovuti provvedimenti?
Mentre negli Stati Uniti la Camera dei Rappresentanti ha approvato un testo per decriminalizzare la marijuana, nel resto del mondo l’utilizzo delle infiorescenze e dei prodotti derivati rimane illegale, soprattutto in Asia.
Se in Uruguay la cannabis è legale dal 2013, in Olanda è stata revocata la pena su possesso, vendita, trasporto e coltivazione e in Spagna è possibile coltivare e consumare cannabis solo nelle proprie abitazioni.
Grazie al voto dell’ONU, ora tutti i Governi avranno la facoltà di decidere come classificare la cannabis e come incentivare la ricerca medica per il beneficio dei pazienti. Un dibattito che sicuramente durerà a lungo, ma che porterà a un vero e proprio cambiamento.
In attesa di scoprire cosa succederà in Italia, puoi già usufruire di tanti prodotti a base di cannabidiolo legale. Dai un’occhiata al nostro negozio online, troverai sicuramente qualcosa di adatto a te!
Quale cambiamento ha introdotto l’ONU?
Con la votazione della Commissione delle Nazioni Unite sugli Stupefacenti, la cannabis è stata rimossa dall’elenco delle sostante pericolose che la equiparava a eroina e cocaina.
Cosa significa per la ricerca scientifica?
Riconoscendo le proprietà terapeutiche della cannabis, l’ONU ha riconosciuto anche le numerose evidenze scientifiche, spianando la strada a nuovi studi.
Cosa succederà ora in Italia?
Con il via libera delle Nazioni Unite, il Governo ha ora la libertà di decidere come classificare la cannabis e come incentivare la ricerca medica. Il percorso è ancora lungo ma porterà sicuramente dei benefici per chi è costretto a utilizzare cannabis terapeutica.